CONGRESSO REGIONALE ALIOTO: La tibia prossimale dal trauma agli esiti

Cari Colleghi Ortopedici e Traumatologi sono molto lieto di invitarvi a Savona al nostro al nostro incontro annuale ALIOTO che ha come tema la Tibia Prossimale.

L’obiettivo, come sempre, sarà quello di confrontarsi su un tema specialistico ove però convergono diverse ed importanti condizioni cliniche, per cui è necessaria una stretta collaborazione fra gli Specialisti di varie discipline.
Le fratture del piatto tibiale costituiscono l’1,3% di tutte le fratture. L’incidenza di queste lesioni è andata progressivamente aumentando negli anni, sia a causa dell’aumento dei traumi stradali, sportivi, lavorativi e in generale dei traumi ad alta energia, sia per l’allungamento della vita media, con conseguente processo di invecchiamento e insorgere di fragilità ossea ed osteoporosi.
I due gruppi maggiormente interessati da queste fratture sono infatti i pazienti in giovane e media età ed i pazienti più anziani. Nei primi la causa è frequentemente un trauma ad alta energia, mentre nel secondo gruppo la causa più frequente è un trauma, anche a bassa energia, come una semplice caduta, con conseguente frattura dovuta a fragilità ossea.

Nelle fratture del piatto tibiale, la chiave del successo terapeutico risulta correlata alla qualità della riduzione, alla stabilità dell’osteosintesi ed al ripristino degli assi e della stabilità articolare. Ottimi risultati sono stati raggiunti tramite sia la terapia conservativa sia la terapia chirurgica. Sicuramente le opzioni a disposizione del chirurgo sono diverse: riduzione ed osteosintesi a cielo aperto, osteosintesi con fissatore esterno con o senza osteosintesi interna a minima (ORIF), osteosintesi percutanea o a cielo aperto artroscopicamente assistita.
In questo scenario, la corretta scelta del trattamento dipende dal tipo di lesione riportata dal paziente, definita sulla base della clinica e delle informazioni fornite dalle tecniche di imaging, senza tralasciare alcune variabili proprie del paziente come l’età.
Dopo la scelta dell’intervento più adatto in base alla classificazione della frattura e alle caratteristiche del paziente, altrettanto importanti sono le terapie di recupero e riabilitative nonché preventive nel caso di fragilità ossea.

In tale contesto l’incontro vuole essere l’occasione per fare un attento punto su tale capitolo della medicina, che mediato dall’esperienza della Faculty sia di supporto formativo, informativo e di pratica utilità per tutti i partecipanti, tramite il confronto interdisciplinare diretto.
Verranno approfonditi tutti gli step del percorso del paziente con frattura del piatto tibiale, partendo dall’eziopatogenesi, approfondendo la classificazione delle fratture e le metodiche di indagine diagnostiche, per arrivare alle diverse possibilità di intervento sia conservativo sia chirurgico, senza tralasciare il trattamento delle lesioni legamentose e delle nuove metodiche di trattamento.
Infine, ma non di minore importanza, ci confronteremo anche sulla così detta metodica interventistica con particolare riferimento al “Damage Control”(*), che ha cambiato radicalmente il modo di vedere e gestire il trauma, soprattutto nel caso di politraumi e le piu’ moderne metodiche di trattamento delle lesioni legamentose.
Inoltre trartteremo il capitolo degli esiti correlati ai traumi di questo segmento anatomico dell’arto inferiore toccando le metodiche piu’ moderne della protesica con l’ausilio del robot senza tralasciare le ancor valide metodiche tradizionali di correzione delle deformità.

Come sempre punteremo alla trasversalità, e, credendo nell’arricchimento conseguente allo scambio interdisciplinare, anche quest’anno speriamo nella vivace partecipazione non solo di ortopedici già formati nella disciplina , ma anche di numerosi medici in fase di specializzazione e di specialisti direttamente interessati nel percorso e terapeutico.